Svanita la nebbia elettorale, la realtà nei suoi contorni generali è ormai netta e purtroppo conferma i timori della vigilia: siamo di fronte a una grande fregatura!

Il plurale è dei ventimigliesi non di questa o di quell’altra formazione di candidati uscita con le ossa rotte dalla competizione.

Una gara dove un manipolo di dilettanti allo sbaraglio tenuto insieme da un’unica frase “Ventimiglia con noi tornerà grande” si è confrontato con altri cinque manipoli di incerta natura ognuno con una propria visione del futuro da riservare alla Città.

La fregatura è che ai ventimigliesi toccherà vederla più piccola e non più grande la loro Città e le avvisaglie, come dicevo, sono già tutte presenti.

Occorre essere sinceri, le premesse per una “grandeur” qui ci sarebbero tutte e gestite da amministratori all’altezza si potrebbero realizzare nell’arco di un paio di tornate piene, indipendentemente dal colore politico della squadra.

La fregatura è che, grazie alla carota della “grandeur” piazzata sotto il naso di un elettore su due, ha finito col vincere un candidato che -tra assenteismo, dissenso e consenso estorto sulla fiducia- è stato scelto da un ventimigliese su venti e che purtroppo, diciamocelo, è alla testa di una équipe che autorizza le peggiori previsioni.

Le gioie e i dolori di Ventimiglia e dell’intero suo comprensorio hanno un solo nome: “territorio” e la “grandeur” è strettamente legata sia al suo sfruttamento e sia alla sua difesa e cura.

Si tratta di attività tecniche che richiedono, a monte, conoscenza e consapevolezza politica e esperienza amministrativa, qualità che, senza offesa, la squadra che ha vinto le ultime elezioni non possiede.

Mi spiego con un esempio.

Ironia della sorte, la Provincia ha ottenuto dalla Regione potere politico decisivo nella organizzazione sovracomunale dei servizi essenziali del suo territorio proprio mentre Genova si riprendeva deleghe e personale.

Sto parlando di acqua, di igiene urbana, di gas e di trasporti e in certa misura anche dei servizi sociosanitari di prossimità.

Potere provinciale assoluto reso irresponsabile perché i risultati del suo operato non sono direttamente percepiti dagli utenti finali ma mediati dalla elezione di secondo livello dei suoi organi e dalla titolarità sovracomunale della loro gestione.

Nel nuovo gruppo dirigente di Ventimiglia un minimo di sensibilità politica imporrebbe consapevolezza di questa novità che ha spogliato la Città della competenza diretta nella gestione “comunale” dei servizi, tipo una volta con AIGA s.p.a., Ospedale Santo Spirito, Docks Lanterna, eccetera… lasciando però agli amministratori cittadini le colpe dei loro disservizi.

Distonia paradossalmente ignorata sotto il profilo politico-strategico proprio nel momento del rinnovo degli elettori di secondo livello degli organi decisori della Provincia, cioè dei consiglieri comunali di Ventimiglia, Vallecrosia e Bordighera con Imperia e altri Comune dell’entroterra usciti dalle amministrative di maggio 2023.

Ho visto di buon occhio a Ventimiglia Scullino e poi al ballottaggio Sismondini non perché infatuato e irretito dall’ego di un inguaribile decisionista e poi perché mi sono venduto alla sinistra, ma soltanto attingendo alla esperienza maturata in tema di “cosiddette” decisioni di Partito dalle quali dover prendere le distanze.

Scullino e Sismondini, per fare un esempio, sono perché “Rivieracqua” a Ventimiglia e Airole bonifichi la falda e alzi gli argini del Roya mentre il centrodestraunito dei sei Partiti che tira i fili a Di Muro ignora tutto questo e spende i soldi del PNRR in due nuovi pozzi e nell’acquedotto al fondo, al fondo, al fondo della filiera idrica per non dover affrontare la ribellione di Valle Argentina.

Scullino e Sismondini, per proseguire sul tema idrico, sono perché l’azionariato di “Rivieracqua” rispetti l’acqua pubblica referendaria con tariffe ai soli costi industriali e non finanziari per utili da riconoscere ai soci privati, il centrodestraunito di Ventimiglia invece si è genuflesso davanti a Scajola senior, il sindaco di Imperia che in veste di Presidente della Provincia ha visto IREN s.p.a. e se ne è innamorato.

Per non affrontare il tema della rete fognaria e del ciclo delle acque reflue, depuratori inclusi, sul quale i tantissimi microscopici insediamenti diffusi del comprensorio intemelio, poveri e rurali, fanno a pugni, quanto a ritorno politico e non solo, con le grandi e ricche concentrazioni urbane sul litorale e questo a partire dalla pianificazione, progettazione e finanziamento, per arrivare all’appalto (e subappalto!!!) e realizzazione, tutta materia di esclusiva competenza della Provincia e di “Rivieracqua”, il suo braccio secolare.

È soltanto un esempio quello che ho citato ma che nel suo piccolo aiuta a capire la fregatura.

Specie assistendo agli exploit dell’assessore di Ventimiglia che il centrodestraunito ha delegato al ciclo dell’acqua, una persona che ha confuso il suo ruolo con quello di un caposquadra di operatori ecologici di Teknoservice chiamati a lavare le strade cittadine o con quello di addetto all’ufficio stampa col compito di annunciare i guasti alla rete.

La carota della “grandeur” è questa, ventimigliesi rassegnatevi altrimenti c’è il bastone di Partito che a destra si chiama manganello.