Qualche giorno fa mi chiedevo se i nuovi arrivati in comune a Ventimiglia sono davvero in grado di far tornare grande la loro Città, come hanno promesso in campagna elettorale.

L’occasione era un corto circuito tra l’assessore comunale all’ambiente, al ciclo idrico integrato e all’igiene urbana Milena Raco di Forza Italia e le due aziende industriali che gestiscono i servizi livello sovracomunale nei rispettivi “ATO”, Rivieracqua e Teknoservice.

Sul guasto al Roya1 a Roverino l’assessore aveva comunicato che: «Non ci sarà nessuna interruzione del servizio idrico a Ventimiglia: l’acqua verrà erogata anche durante le operazioni di ripristino della tubazione ammalorata» e lo aveva fatto bruciando sul tempo i tecnici di Rivieracqua che invece avevano preannunciato ufficialmente agli utenti “diffusi cali di pressione nelle aree cittadine con probabile interruzione del servizio”.

“Nessuna interruzione oppure probabile interruzione?” sono due cose diverse, ho scritto.

E oplà! ecco che ieri 28 giugno 2023 arriva il comunicato ufficiale di Rivieracqua: “In sponda sinistra del fiume Roya in Comune di Ventimiglia si renderà necessario interrompere la fornitura idrica nelle notti fra giovedì 29, a partire dalle 21.30, e venerdì 30 giugno fino a fine lavori. Resteranno quindi prive di alimentazione idrica le utenze del Comune di Ventimiglia situate in frazione di Roverino, Via Tenda e Corso Limone Piemonte.”

Neppure il tempo per i ventimigliesi di chiedersi: “Chi abbiamo eletto?” e ecco che scoppia il caso dello sversamento da una condotta sotto via Gradisca in sponda destra nel Nervia con fuoruscita di un liquame biancastro con forte odore di vernice chiaramente contenente composti chimici, alla vista sostanze ignote che hanno reso lattee le acque dell’Oasi del Nervia fino a raggiungere il mare e le spiagge alla foce del torrente.

Di fronte a un possibile disastro ambientale uno pensa che il sindaco Flavio Di Muro e l’assessore all’ambiente Milena Reca si siano precipitati sul posto per coordinare le misure d’emergenza.

 E invece no.

Questa volta è arrivata prima Rivieracqua che ha prontamente agito sul malfunzionamento del sistema fognario e poi i Carabinieri, Davide Gibelli Sindaco del Comune di Camporosso e Sara Canale suo assessore all’ambiente e infine dopo tre ore i tecnici dell’ARPAL, l’Agenzia regionale dell’ambiente, che però avranno bisogno almeno di 24 ore accertare sia che sostanze si tratta e sia risalire alle responsabilità.

Anzi, il comune non è arrivato neppure secondo, da Ventimiglia non è proprio arrivato nessuno.

Assenti Di Muro e Raco i due amministratori comunali con competenza giuridica in materia, assente la polizia urbana, assente la protezione civile, insomma nessuno.

Medesima latitanza ormai finita su carte bollare contro Regione, Provincia, Comune e Rivieracqua sul caso del prosciugamento del lago di Varase nel quale pescano su concessione demaniale otto importanti e storiche aziende agricole con decine di dipendenti a rischio chiusura e licenziamenti.

Sulle cause è da un anno che i tecnici dell’Autorità di Bacino e i loro colleghi francesi segnalano che gli strati profondi del subalveo attraverso i quali per osmosi avviene lo scambio tra il la falda acquifera e il fiume sono impermeabilizzati da fango e limo della tempesta Alex.

La priorità assoluta è questa, intervenire per favorire il ripristino della situazione perchè i coltivatori a loro spese hanno trivellato nuovi pozzi fino a -55 metri ma inutilmente.

I nuovi venuti pensano invece ad altro, a lavare marciapiedi ai loro elettori.

Roba da mettersi le mani nei capelli.