Anche a me Ventimiglia sembra Napoli, però a differenza di Marco Mazzoli dello “Zoo di 105” di Miami che la paragona ai Quartieri Spagnoli, la magica Città di confine ogni volta che parcheggio in piazza della Repubblica e alzo lo sguardo sul Palazzo comunale mi ricorda una canzone che canticchio sottovoce: “Comm’è bella, comm’è bella ‘a cittá ‘e Pullecenella!”.

Un posto, quel Palazzo, dove “cá è permesso tutte cosa, no’ pecché tiene ‘o diritto, ma pecché s’è sempe fatto o è sultanto pe dispietto” prosegue la mia canzone.

Leggendo l’incipit uno adesso si prepara alla solita paternale burocratica e amministrativa e invece quando mi succede continuo a canticchiare e lo faccio specialmente oggi che ho in testa gli ultimi avvenimenti in quel Palazzo.

Me dispiace sulamente ca l'orgoglio 'e chesta gente se murtifica ogni juorno e nuje ce mettimmo scuorno, e nisciuno po' ffa' niente, ce zucammo 'a caramella

Comm'e' ddoce e comm'e' bella 'a citta' 'e Pulecenella! Pe' 'na manica 'e fetiente che nun teneno cuscienza e nun teneno rispetto. Comme fanno a piglia' suonno quann'e' 'a sera dint' 'o lietto!”

Mentre il Pulecenella che è in me canticchia sottovoce, dietro la maschera del vecchietto barbuto e rincoglionito si risvegliano sia la mia congenita incapacità di mantenere il segreto e sia la proverbiale furbizia nel farla pagare cara a chi “mette scuorno” a un Amico mio.

Il tramestio nel centrodestra per dare uno sbocco ragionevole al golpe del 23 giugno 2022 contro Tano Scullino è un segreto di Pulcinella, lo conoscono tutti.

Era per evitare il bis del 2014 quando Ballestra (al quale era mancata una manciata di voti per passare al primo turno) ha perso al ballottaggio contro un Ioculano che di voti ne aveva ottenuti la metà dei suoi.

Nel centrodestra nell’estate 2022 c’erano le condizioni favorevoli per la ricucitura dello strappo, a parti invertite, con sindaco leghista, De Muro o Spinosi, e vice sindaco Scullino con qualche delega operativa in continuità con alcune pratiche interrotte che gli stava a cuore concludere.

Forza Italia” con Baggioli si accontentava del “Ce ripigliamm chille ch’è nuost!” dopo che “Cambiamo” di Toti-Scajola che gli aveva “arrubbato” De Villa, D’Andrea e Mauro, i “Fratelli d’Italia” pacifisti per natura con Berrino e Cravero  pensavano all’elezione blindata del primo al Senato alle elezioni politiche di settembre e nella Lega la partita si giocava tra Di Muro, sicuro trombato alla Camera e Andrea Spinosi, ma con possibilità di accontentare quest’ultimo rimettendolo sulla sedia di presidente del Consiglio comunale.

Certo di ruggine verso Tano ce n’erano intere vagonate, Nazzari nella Lega, Isnardi nei “Fratelli” solo per citarne un paio, poi alcuni come Bertolucci l’aveva ricevuta in dote dallo suocero Valfrè e altri l’avevano ereditata da vecchi tromboni in versione “Padre della Patria”.

Non mancavano neppure i mestatori a scoprire vocazioni calendiane e renziane in giovani virgulti o in attempate matrone e neppure i Rasputin a caccia di incarichi off shore ben retribuiti.

Però c’era ottimismo, ricordo che alla vigilia delle ferie estive col Baggiolino c’era stato uno screzio tra noi due e lui mi aveva telefonato a tarda sera per dirmi che l’indomani andava in Sardegna con la famiglia ma che al rientro con Tano saremo stati suoi ospiti a cena per trovare un accomodamento, cosa che ho subito girato all’interessato che però si è mostrato molto scettico.

E aveva ragione perchè il segretario di Ventimiglia di “Forza Italia” Franco Ventrella, regista e anima nera del golpe che con 10 firme di dimissioni da Notaio aveva provocato lo scioglimento del Consiglio comunale e la decadenza di Tano Scullino e della sua Giunta, si è confermato irriducibile: “Mai con Scullino!”.

Il Baggiolino non mi ha più telefonato e al rientro, come sappiamo, da Imperia ha “scomunicato ferendae sententiae” Scullino e consacrato “Urbi et orbi” Scajola.

Ricordo l’esultanza di Franco Ventrella che il 22 agosto ha fatto suo l’anatema: “Mai con Scullino!”, manco fosse stato Jack lo Squartatore o il Mostro di Primavalle.

In quella occasione mi sono legato al dito le ultime parole di Franco Ventrella all’indirizzo dello sventurato ex-sindaco: “A nostro parere lei sicuramente non è stato un buon sindaco, anzi è stato deleterio, per la nostra città. Da qui confermiamo la nostra 'scomunica' nei suoi confronti, come lei l'ha definita, nella sua replica al nostro Coordinatore Provinciale Simone Baggioli".

E qui finisce “o segreto ‘e Pulecenella” e comincia “o scuorno” che mi sono impegnato a mettere a Franco Ventrella.

 

Il quale il 5 agosto 2021 aveva capito che la bomba da mettere sotto la sedia di Tano era la grande distribuzione in un comprensorio commerciale di frontiera dove un regime di oligopolio trasversale fortemente radicato nelle élites massoniche di governo cittadino non poteva tollerare l’ingresso di un intruso, la Coop Liguria che piazza una media struttura di vendita alimentare nella zona strategica di via Tacito - vico Arene.

Infatti quel giorno sulla pratica approvata con 8 voti a favore, 7 contrari e 1 astenuto è esploso il Consiglio comunale col PD che vota a favore ma perde i pezzi (Sismondini contrari e D’Eusebio astenuto) e soprattutto con la Lega 5 su 5 graniticamente contraria con il baby Palmero accodato e “fratello” Isnardi assente.

Era una semplice variante cartografica e normativa al PUC ma il pallino passava a Genova e si sapeva che Toti, Piana e Scajola vedevano di buon occhio la pratica e l’avrebbero approvata.

A sbugiardare chi oggi nega l’evidenza copio/incollo ciò che scriveranno nel loro provvedimento di approvazione n. 499 del 1° giugno 2022 annullato l’altro giorno dal TAR Liguria su ricorso di Franco Ventrella e 52 altri.

Che la Regione:

• è l’Autorità competente alla verifica di assoggettabilità a VAS, ai sensi dell’articolo 5 della lr 32/2012 e s.m.;

• è competente all’approvazione della variante al vigente PUC ai sensi del combinato disposto dell’art. 44 della l.r. n. 36/1997 e s.m. e dell’art. 10 della l.r. n. 10/2012 e s.m.”.

Torno a Franco Ventrella che nella sala riunioni della Croce Rossa di via Dante un mercoledì 9 febbraio 2022 presiede e tiene a battesimo l’Assemblea costituente del nuovo Comitato di Quartiere “Asse” con giurisdizione “via Dante (lato levante), via Tacito (lato Ponente) corso Genova e Passeggiata Trento e Trieste”, l’ombelico della Coop in arrivo.

Ma era anche il “Quadrilatero di Custoza” dove il Radetzky “de noantri” il 23 giugno 2023 sconfiggerà il savoiardo Tano Scullino.

Dopo di che dalla guerriglia contro di lui passerà alla guerra giudiziaria contro la Regione e ovviamente contro la Coop e il Comune commissariato e mero esecutore burocratico dell’Ok genovese.

Lo farà reclutando le truppe con lui alla testa e solo penultimo nell’elenco della sentenza vincitrice perché l’elenco dei ricorrenti è in ordine alfabetico.

Così quando ho visto in Comune il 14 dicembre 2022 la notifica al Commissario prefettizio del ricorso del “Battaglione Asse” e la leva elettorale di “Forza Italia” con Franco Ventrella capolista a reclutare nella Città Alta il farmacista Agosta, alle Gallardi la Raco e la Bonadonna e via via tanti altri “Grandi Elettori” in diverse zone cittadine ho subito pensato a Orlando.

A quello che nel poema epico combatte contro i musulmani “e come avvien, quand'uno è riscaldato, che le ferite per allor non sente; così colui, del colpo non accorto, andava combattendo ed era morto".

 

Il colpo mortale lo prenderà il 16 giugno 2023 con la sua convalida in Consiglio comunale sulla base dell’autocertificazione di non avere lite pendente col Comune ma io dietro la maschera di Pulecenella ne ero sicuro almeno sei mesi prima perché Franco Ventrella è inquilino di quel Palazzo, dove “cá è permesso tutte cosa, no’ pecché tiene ‘o diritto, ma pecché s’è sempe fatto o è sultanto pe dispietto”.

E lui voleva tornare lì “pe dispietto” di Tano Scullino il quale, se lo avesse saputo prima di leggere la sentenza del TAR che dà ragione a Franco Ventrella e torto al Comune di Ventimiglia gli avrebbe detto quello che Franceschiello nell’imbarcarsi a Boccadifalco per l’esilio di Gaeta ha detto al suo ministro carbonaro mazziniano infedele: “Don Libò, guardateve ‘o cuollo».

dichiarazione

E adesso dopo la pubblicazione della sentenza immediatamente esecutiva del TAR Liguria, Sezione Seconda, n. 00718/2023 avvenuta il 13 luglio 2023 sono costretti a staccargli la testa dal “cuollo” due pubblici ufficiali venuti a conoscenza dal difensore avvocato Luigi Piscitelli ai fini della decorrenza dei termini per farvi acquiescenza oppure per impugnarla al Consiglio di Stato.

Uno è il Segretario Generale Reggente a scavalco Dott.ssa Cristina Bloise, nominato dal sindaco con ordinanza del 6 luglio scorso e l’altro il Presidente del Consiglio comunale Roberto Nazzari eletto il 16 giugno 2023.

I due in sessione straordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione dell’assemblea hanno verbalizzato (una) e presieduto (l’altro) la riunione che ha convalidato l’elezione di Franco Ventrella a consigliere comunale.

La decisione unanime è stata presa sulla base della sua “Dichiarazioni sostitutiva dell'atto di notorietà” in data 8 luglio 2023 redatta e sottoscritta dal Ventrella ai sensi dell’articolo 47 del DPR 8 dicembre 2000 n. 445 e dallo stesso depositata per attestare di non trovarsi in condizione di incompatibilità, e quindi di automatica decadenza dal “munus” pubblico, come dispone l’articolo 63, comma primo n. 4 del Testo Unico degli Enti Locali. L’articolo che sotto comminatoria penale costringe i due Pubblici Ufficiali a non dormirci sopra è il 495 del codice penale dal titolo: “Falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identita' o su qualità personali proprie o di altri” e il testo è poco più lungo “Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell'altrui persona e' punito con la reclusione da uno a sei anni.”

Il presunto reato è perseguibile d’ufficio (articolo 883 codice penale) perché appartiene alla categoria di quelli contro la Pubblica Amministrazione e la sua denuncia è resa obbligatoria dall’articolo 331 del Codice di procedura penale dal titolo: “Denuncia da parte di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio” dal quale estraggo la parte che interessa i due Pubblici Ufficiali.

“1. Salvo quanto stabilito dall’articolo 347, i pubblici ufficiali [c.p. 357] e gli incaricati di un pubblico servizio [c.p. 358] che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito [c.p. 361, 362].

2. La denuncia è presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria.

3. Quando più persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto.”

Se poi i due ci dormono sopra scatta l’articolo 361 del Codice penale (“Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale”).

La sanzione prevista è pecuniaria e relativamente modesta ma non gli effetti collaterali e accessori: “Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, o ad un’altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516”.

Ma fin qui con la presunzione costituzionale di innocenza Franco Ventrella va incontro soltanto a qualche rottura di coglioni e tutti noi lo consideriamo esente da ogni colpa.

O cuollo” invece glielo taglia l’articolo 76 del DPR n. 445/2000 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa” che, come spiegano i penalisti, è norma speciale e che sul “Caso Ventrella” dice che: “Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. Le dichiarazioni sostitutive rese ai sensi degli articoli 46 e 47 sono considerate come fatte a pubblico ufficiale. Se i reati indicati nei commi 1 e 3 sono commessi per ottenere la nomina ad un pubblico ufficio il giudice, nei casi più gravi, può applicare l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 76, qualora dal controllo di cui all’articolo 71 emerga la NON VERIDICITÀ del contenuto della dichiarazione, il dichiarante DECADE dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato SULLA BASE DELLA DICHIARAZIONE NON VERITIERA.”

Tradotto, Franco Ventrella non è più consigliere comunale perché gli hanno tagliato “o cuollo dint’ a cittá ‘e Pullecenella!”.