Zio Zuck su Fb tutte le mattine, appena desto, mi propone “On This Day”, la rubrica dei miei post pubblicati lo stesso giorno-data del calendario ma negli anni precedenti.

Ecco cosa mi ha fatto trovare stamattina: “Accadde oggi 29 Dicembre” ma 5 anni fa il 29 Dicembre 2018.

Accadde oggi, 5 anni fa

Bruno Giri

“L'altro giorno R. M, ha commentato, con comprensibile amarezza, un servizio stampa sulla fine ingloriosa della funivia che è stata "più lunga del mondo".

Nel 1985, pochi mesi dopo la mia elezione a assessore all'urbanistica, l'ultimo direttore dell'impianto, l'ingegnere Alberto Locatelli era arrivato a dirigere il mio assessorato e con lui ho coltivato un embrione di pratica comunitaria, sul modello del Mercato dei Fiori di valle Armea, per valorizzare non soltanto l'entroterra sanremese ma anche la corona di comuni e borghi del suo hinterland che la circonda, ovviamente l'ho fatto d'intesa con le allora due Comunità Montane.

Poco più di una idea, ma ispirata a traguardi assolutamente compatibili con quelli fissati dalla Comunità Europea e ancora oggi ipotizzabili.

Mi auguro che un giorno il futuro sindaco (diverso da Biancheri per il quale queste cose sono aramaico) possa farci un pensierino, come all'epoca avvenne per il progetto comunitario "Pignamare" che ha permesso:

ü di realizzare la pedonalizzazione Via Matteotti,

ü di concludere il recupero dell’Oratorio di Santa Brigida nella Pigna,

ü di riqualificare Palazzo Roverizio,

ü di riqualificare Pian di Nave e tutte le aree attorno alla Fortezza di Santa Tecla,

ü di riqualificare corso Mombello e scolmatore torrente San Romolo,

ü di mettere in sicurezza il torrente San Francesco con importanti interventi idraulici sulla sua asta urbana e con l'adeguamento della sua sezione di deflusso 

ü infine con la riqualificazione di Palazzo Nota e sistemazione a museo.

Sono queste le cose di cui Sanremo ha bisogno, brava R.M.”

 

Sono trascorsi 5 anni, si contano sulle dita di una mano da quel mio post, e purtroppo Biancheri a giugno 2018 aveva vinto le elezioni, il “futuro sindaco” lo eleggeremo la primavera prossima, nel 2024 e “Grazie a Dio!” non sarà più lui.

Nel 2017 Biancheri aveva avviato il project financing per riqualificare Portovecchio, doveva tagliare il nastro a gennaio 2021 e dopo sei anni e mezzo siamo ancora alle carte bollate.

Stessa cosa per il Palazzetto dello Sport a Pian di Poma che in base all’ultima “Ripartizione Temporale dell’investimento di € 9.779.000,00” prima dello stop doveva essere collaudato entro il 28 dicembre 2020 mentre adesso c’è uno scavo fermo al 15 % dei lavori e con € 1.300.000 da risarcire all’impresa fallita e i costi che lievitano come il pandoro della Ferragni per inflazione e aumento prezzi dei materiali.

Ma ci sono cose ormai dimenticate e che gridano vendetta, come, per esempio, l’Aurelia bis a Pian di Poma o appunto la funivia, promessa a ogni elezione dal Cetto La Qualunque di turno.

Prendiamo l’Aurelia bis.

Quando è scaduto il periodo di efficacia delle due leggi speciali sui Campionati del Mondo di calcio 1990 e sulle Celebrazioni del 500tenario Colombiano che mi hanno visto imputato innocente fino in Cassazione per aver spostato l’Aurelia bis su una decina di tombe in abbandono nel Cimitero, si è tornati al regime ordinario che cancella le corsie preferenziali.

Eppure, in clandestinità e grazie alla tenacia di amici anonimi di Sanremo siamo riusciti a ottenere sul Bilancio ANAS 41.280.000,00 euro per il lotto San Lazzaro – Borgo, ce l’abbiamo fatta a prendere per la coda l’Impresa Provera & Carrassi di Roma e a appaltarle i lavori e lei li ha conclusi il 19 marzo 2007 nel rispetto del termine finale di 26 mesi stabilito dal contratto.

Da allora e per completare la circonvallazione 15 anni fa in base allo studio di fattibilità ANAS 2009 mancavano solo l’ultimo tronco di 5.177 metri dei quali 2.642 in tre gallerie e 2.535 all’aperto e il progetto del primo lotto Borgo-Corso Inglesi con un tracciato di 760 ml nella galleria “San Bartolomeo” era già stato approvato dall’ANAS e aspettava solo che il Governo Berlusconi IV con Matteoli ministro LL.PP. e Scajola senior allo sviluppo economico fin al 2010 stanziasse qualche decina di milioni per partire.

Il secondo lotto Corso Inglesi-Pian di Poma invece era ancora in via di approvazione ma a buon punto, con le due gallerie “San Lorenzo” di 978 ml e “Pian di Poma” di 904 ml e il tracciato era previsto a una quota che avrebbe consentito il bivio per la futura “Grande Corniche” in prosecuzione verso ponente fino a Ventimiglia in base a uno studio di fattibilità ANAS 2022.

Borea si è dimesso, Zoccarato si è sciolto come neve al sole e Biancheri ha galleggiato per due tornate amministrative tra rendering, incompiute, RSA, The Mall e passerelle festivaliere, e del completamento dell’Aurelia bis manco un centimetro in più.

Nel post di 5 anni fa ad oggi ricordavo quando nel 1985 l’ultimo direttore della funivia venne a dirigere il mio assessorato all’urbanistica di Palazzo Bellevue.

 

Da allora sono trascorsi 38 anni e a quel tempo l’impianto aveva già mezzo secolo di età, una eternità coi tempi del progresso scientifico moderno e ai ritmi dell’innovazione della tecnologia funiviaria industriale.

Il tempo ha rivoluzionato anche i parametri degli equilibri economici e ormai immaginare la ricostruzione di un impianto preistorico concepito come “opera del Regime” e che ha sempre chiuso in passivo i bilanci sarebbe vocazione al suicidio.

Sono in vigore oggigiorno le “Linee guida UNI/TR per la progettazione dei sistemi di trasporto persone ad automazione integrale con trazione a fune”, dove l’automazione ubbidisce ad algoritmi di controllo e di alimentazione dei motori elettrici e che in base alla velocità prescelta ti danno tensione e coppia elettromagnetica e che sono al top dei contenimento dei consumi energetici, dell’efficienza e della sicurezza.

Oggi, per esempio, vanno per la maggiore i sistemi con doppia fune portante traente, efficaci non solo in ambito urbano dove offrono migliori condizioni di stabilità rispetto ai sistemi a fune singola ma anche in condizioni di avversità atmosferiche o di forte vento o di comportamento scomposto dei passeggeri negli ambiti in alta quota e in spazi liberi e aperti e infine perché praticamente eliminano il rischio di scarrucolamento nei pressi dei sostegni a causa di qualche improvvisa condizione instabile.

Quanto alle telecabine quando si sganciano dal sistema e devono accostarsi agli accessi dei passeggeri sono quasi tutte a trazione ibrida e questo grazie a motori posizionati a bordo alimentati da batterie che in condizioni di normale allaccio alimentano i servizi ausiliari interni di aria condizionata, di illuminazione e quant’altro.  

Ma, come dicevo prima, sono cambiati i parametri degli equilibri finanziari che condizionano (e a loro volta sono condizionate) dalle specifiche di servizio dell’impianto, trasporto pubblico locale per l’hinterland del comprensorio montano sanremese come una metropolitana aerea veloce, turismo in grado di valorizzare le eccellenze dell’entroterra e infine sport, dal biker all’escursionismo e molto altro.

Specifiche in grado di creare il cash flow indispensabile per un investimento in project financing ma in tutti questi anni nessuno di questi manager prestati alla politica, da Borea a Zoccarato, da Biancheri a Tommasini junior ci ha neppure pensato.

 Meglio lasciare che il tempo cancelli i ricordi, navigare a vista a schivare gli scogli del tran-tran quotidiano e lasciare i rischi d’impresa a investitori privati alla ricerca più del brivido che del profitto.