Breve premessa: non ho mai visto Fellagara, neppure da lontano e per puro caso, presentato da un amico comune, con Danieli ho preso un caffè velocissimo al bar dell’Annonario; chi conosce la mia storia sa che in politica penso con l’emisfero cerebrale destro e in amministrazione con tutti e due; finita la premessa, veniamo al dunque.

Mager e Rolando hanno mostrato agli elettori di Sanremo la faccia positiva del futuro, ma sappiamo tutti per esperienza che la medaglia ne ha un’altra negativa.

Però loro due non ne parlano perché vogliono farci credere che il rischio che in futuro questa seconda faccia possa comparire è in pratica inesistente, un po’ come per le reazioni “avverse” del vaccino Covid, ce lo ricordiamo tutti, poi, come è andata a finire.

Fellagara e Danieli, invece, testimoniano l’opposto e lo fanno posizionandosi sull’altro lato della medaglia, ma tutto questo succede a loro insaputa “tecnica” non essendo professionisti e praticanti della materia.

Di qui la necessità di spiegarlo in poche parole.

Piccolo esempio, la demolizione dell’ecomostro e la costruzione al suo posto di un albergo cinque stelle lusso, opere approvate il 29 maggio dell’anno scorso in Conferenza decisoria e seguite il 18 dicembre 2023 dalla firma della Convenzione che accompagna i Permessi di Costruire che il Dirigente rilascia, man mano, al deposito in Comune degli “esecutivi” delle varie opere, quelle principali e quelle accessorie.

Per ora di “esecutivi”, a quanto risulta, c’è soltanto la demolizione dell’ecomostro e la “Passerella rio San Lazzaro”.

Quando il Dirigente firmerà i due Permessi di Costruire Mager e Rolando esulteranno dopo 20 anni di attesa finalmente soddisfatta mostrando il lato positivo della medaglia, Fellagara e Danieli invece, potrebbero lamentarsi sull’altro lato dopo 40 anni di attesa ancora insoddisfatta.

È presto detta, basta leggere nel Regolamento comunale di protezione civile la “Scheda Bacino 02 Torrente San Lazzaro” del “Piano di emergenza Rischio Idraulico e Idrogeologico” e ti si accappona la pelle.

Il tombino di 710 metri nel quale è imprigionato il torrente ha un franco libero insufficiente e leggo nella scheda: “rigurgita direttamente all’imbocco della tombinatura a monte di via Goethe e defluisce lungo la via stessa con notevole velocità (considerata l’elevata pendenza della via) interessando le attività commerciali ubicate ai piani terra o interrati, fino a raggiungere il Rondò Garibaldi dove le aree inondabili si allargano attorno a via Fiume, fino a via Visitazione a levante e via Ruffini a ponente invadendo il sottopasso veicolare di via del “Castillo” e quello pedonale del “Morgana”. Tra le attività presenti da segnalare una sede della C.R.I. in via Peirogallo.”

Già in allerta gialla partono gli avvisi alla popolazione e alle attività industriali e la sospensione dei lavori nelle aree a rischio di inondazione, quando poi diventa arancione scattano i divieti di accesso, si chiudono scuole e impianti sportivi e si avvisano agli esercizi commerciali di sospendere le attività, per non parlare di quando è rossa, una specie di “Si salvi chi può!” codificata.

La faccia positiva mostrata in tutte le costose e lussuose versioni da Mager e da Rolando non è soltanto per la demolizione dell’ecomostro e la sua sostituzione con un edificio in cemento armato ancora più grande ma è anche per la soluzione del problema dei bagnanti e della Lega Navale creato dalla barriera di detriti e di ghiaia depositata sulla spiaggia alla foce del torrente.

Finalmente adesso il San Lazzaro si infilerà in una “Passerella” a canna di fucile che spara sotto il livello del mare.

Si tratta di un tombino lungo 70 metri e con 6 metri di luce, che poggia su una sponda, la banchina dell’ecomostro, e sulla sponda opposta posata su una barriera artificiale di blocchi di calcestruzzo accatastati sul fondale dello specchio di mare davanti al “Morgana” e con un grigliato di legno come coperchio.

A Fellagara e a Danieli che si lamentano del rigurgito all’imbocco di via Goethe non rimane che guardare al Titanic sul quale festeggiano i loro avversari perché agli iceberg siamo abituati sotto forma di tempeste, di bombe d’acqua e quant’altro.