Il passaggio dalla destinazione d’uso “servizi scolastici provinciali” a quella “residenziale/grande distribuzione” di un ettaro di territorio urbano in posizione strategica di pregio è una variante al Piano Urbanistico Comunale di forte impatto tecnico, giuridico e amministrativo.

L’input è del Decisore politico e la sua esecuzione segue il doppio binario della pianificazione urbanistica e della disciplina di settore.

Proprio per la sua importanza l’indirizzo impartito ai due rami dell’Apparato burocratico, tecnico e amministrativo, dovrebbe avere una motivazione di interesse generale e non essere invece necessitata e con finalità indirette e secondarie di apportare un potenziale beneficio finanziario a una società strumentale partecipata dal Comune con una quota irrisoria.

Il percorso seguito da Biancheri per vedersi approvare dalla Regione la variante di destinazione d’uso dell’ettaro d’oro di “Riviera Trasporti” a Sanremo in corso Cavallotti è stato tortuoso e accidentato e non è il caso di ripercorrerlo.

Ma come tutte le forzature anche questa ha visto diversi “stop and go” imposti da ostacoli tecnici e amministrativi incontrati lungo il suo cammino in una zona grigia dove nessun attore è disposto a assumersene la paternità.

La Regione in particolare ha stralciato la variante camuffata da osservazione al PUC, ha difeso la sua decisione fino al Consiglio di Stato e poi ha seminato di mine l’iter successivo.

La Provincia, invece, che nell’ettaro d’oro è titolare delle competenze sia scolastiche previste dal PUC e sia del trasporto pubblico locale affidato a “Riviera Trasporti”, se ne è lavata le mani.

L’operazione spericolata e omertosa avrebbe funzionato se non si fosse verificato un incidente stradale mortale in piena campagna elettorale comunale a aprire indagini e ad accendere i riflettori sul fatto e sulle sue circostanze.

Variante inclusa, perché si è subito capito che la scuola non avrebbe dovuto essere in quel distretto industriale a intenso traffico di veicoli pesanti e di mezzi d’opera e sul come qualcuno ce l’ha messa.

Sulla matassa di step procedurali che ce l’hanno messa con somma urgenza per poi legittimarla è subito calata una fitta nebbia e ho tribolato non poco a trovare il bandolo della matassa.

 

È nascosto in una formula furba e assassina: “325 v/g<780 v/g” estrapolata da uno studio “Verifiche trasportistiche nell’ambito del progetto preliminare di PUC” del 2013.

Si tratta di un documento tecnico ultra datato di 39 paginette, tavole e tabelle incluse, con una prima edizione “Bottini 2006”, una seconda “Zoccarato 2013” poi riciclata nella terza edizione “Biancheri 2015” in copia anastatica.

In piccolo è una specie di dialogo di Galileo “sui massimi sistemi del mondo”, nel senso che fa una analisi a volo d’uccello sulla situazione del traffico di dieci anni fa a Sanremo e sull’impatto delle previsioni di Piano dell’epoca, per poi disegnare scenari alternativi con nuove infrastrutture viarie e di trasporto pubblico, ipotizzare flussi di traffico con proiezione temporale decennale e concludere focalizzando su un unico minuscolo segmento viario, in corso Matuzia, peraltro con spunti, in quel preciso punto, davvero pregevoli.

Da questo documento come da un alambicco il progettista della variante ha distillato la formula alchemica, bandolo della matassa, e il suo significato è che grazie al passaggio da scuola a supermercato e residenza le 780 vetture al giorno scendono a 325, oltre tutto “omogeneamente diluite nelle ore giornaliere” mentre con la scuola a San Martino sarebbero “concentrate in due soli momenti giornalieri coincidenti anche con quelli di maggior traffico cittadino.”

Per arrivare alle 780 vetture giornaliere indotte dalla destinazione d’uso scolastica il “Polo Istruzione Superiore” diventa un “Pollaio Intensivo” grazie all’applicazione del parametro ministeriale “mq 6,5/studente” a un ettaro di aule e non di terreno edificabile col risultato di triplicare il numero massimo, statisticamente calcolato, della popolazione scolastica ivi ospitata al netto della denatalità imperante.

Tutto questo si è verificato il 7 ottobre 2019 quando il Consiglio comunale di Sanremo alla unanimità dei suoi 25 componenti, tutti presenti e partecipanti alla seduta n. 71 verbalizzata in 37 pagine fitte, fitte, ha approvato una “Puntualizzazione” dell’alchimista della Variante che applica la formula furba e assassina con queste parole riferite al trasferimento del  Polo Istruzione Superiore” al primo piano “ballatoio-balconata” della Sala Contrattazioni del Mercato dei Fiori di Valle Armea:

Confermando quanto già emerso nel 2013, lo Studio condotto evidenzia quanto segue: il traffico indotto dal PUC appare facilmente gestibile nel settore est del Comune, non ostante una prevalente concentrazione di SA in Valle Armea…”.

Parole, evidenziazione e punteggiatura riprodotte qui come in fotocopia.

Se questo è il bandolo riavvolgendo il filo si arriva facilmente alla fine della matassa con la cronaca non di una ma di “XY morti annunciate” da un semplice algoritmo con dentro le istruzioni dei flussi di traffico “on and off” dallo svincolo A/10 Taggia verso ovest, dallo svincolo Valle Armea dell’Aurelia bis verso est, dalla Via Aurelia in entrambe le direzioni e interni al Distretto industriale.

Impossibile stabilire oggi se nella matassa siano presenti profili tecnicamente errati e/o giuridicamente illeciti, l’unica risposta che posso proporre all’attenzione pubblica è di carattere “psicologico” e consiste nella coscienza e volontà delle quattro parti in tragedia nel contribuire con il proprio impulso alla forzatura scellerata.

Nel preambolo il Comune e “Riviera Trasporti” erano consapevoli e hanno cercato di evitare una variante destinata inevitabilmente a finire sotto i riflettori.

Lo hanno fatto col gioco di prestigio dell’Osservazione n. 106 al progetto di Piano in itinere, ma la Regione, titolare della competenza ad approvare l’uscita del coniglietto bianco dal cilindro, si è rifiutata di prendersene la paternità e lo ha stralciato vincendo al Consiglio di Stato la causa contro il Comune che ha difeso fino all’ultimo con le unghie e con i denti la soluzione adottata.

La formula furba e assassina è la password della tragedia perché quando il Comune e “Riviera Trasporti” hanno dovuto fare buon viso a (per loro) cattivo gioco adottando, pubblicando e controdeducendo la proposta di variante e spedendola in Regione per l’approvazione, quest’ultima per non prendersi la paternità ha imposto l’ultimo “stop and go” relativo alla viabilità e al traffico.

Di qui la mossa del Comune di gettare il pallone in tribuna con la delibera n. 71 del 7 ottobre 2019 che 25/25 ha approvato per acclamazione la “password” furba e assassina, secondo la massima “Senatores boni viri, Senatus mala bestia”.

A questo punto uno chiede notizie della quarta parte in tragedia, la Provincia, azionista maggioritaria di “Riviera Trasporti” e titolare delle funzioni statali e regionali in materia di edilizia scolastica dell’Istruzione Superiore, e la risposta è: “assente”.